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Prefazione:
Agenzia Reuter:
Il Presidente Kim Jong il annuncia che gli esperimenti per il lancio
di missili balistici a lungo raggio continueranno nonostante la
diffida della comunità internazionale, che viola il diritto alla
autodeterminazione della Repubblica Democratica Popolare di Corea;
ogni tentativo da parte della Repubblica di Corea, stato fantoccio
dell’imperialismo americano, di interferire, sarà oggetto di
immediata rappresaglia militare. Truppe della Corea del nord stanno
affluendo al 38° parallelo per prevenire ogni tentativo di
aggressione.
settembre 2011 UTC-5 New York (U.S.A)
Agenzia Ansa:
Il Presidente delle Nazioni Unite Ban Ki moon, convocato il
Consiglio di Sicurezza, invita gli stati membri a esprimersi contro
l’atteggiamento aggressivo della Corea del nord ed autorizza
missione di peace keeping nell’area per costituire una forza di
interposizione al 38° parallelo.
L’INIZIO: settembre 2011 H +12 inizio mix “Divide for peace” Ris.
U.N. Prot. 111125/NFL/11
L’E3A Sentry dell’USAF incrociava da ore nel cielo nuvoloso e greve
di umidità della no-fly zone imposta dalle Nazioni Unite nello
spazio aereo delle due Coree. Le quattro turbo ventole Pratt&Whitney
stavano bruciando le ultime due ore di carburante prima del rientro
all’aeroporto di Inchon. Gli operatori ai loro posti monitoravano
continuamente gli schermi del potente radar doppler installato nel
radome che faceva sembrare il Boeing un aereo di linea terrorizzato
da un disco volante. I piloti, dopo quasi sette ore di servizio,
erano rilassati e si preparavano ad un tranquillo volo di ritorno
verso casa. L’E3 è un aereo non armato ma i suoi sistemi di guerra
elettronica, fanno dello stesso una delle armi più tecnologiche e
micidiali della terra. Il colonnello William Petersen, beveva la sua
ennesima tazza di caffè e si recava nella ritirata per smaltire la
caffeina in eccesso. 52 anni, era uno degli ufficiali più esperti
della guerra elettronica del suo paese che serviva con dedizione ed
orgoglio: il pensiero di ritirarsi da servizio lo intristiva ma
anche le esigenze di famiglia erano importanti ed era forse ora che
si dedicasse alla moglie ed ai figli a tempo pieno, dopo lunghe
assenze da casa.
L’atmosfera tranquilla e distesa in guerra non è sempre ideale per
dei soldati e lo schermo radar momentaneamente abbandonato da un
sergente maggiore cominciò a segnalare degli inquietanti segnali di
una postazione SAM i cui sistemi radar avevano individuato l’aereo
AWACS. Dopo circa dieci secondi… l’inferno… Tutti i segnali
d’allarme sull’aereo cominciavano a trillare insistentemente,
svegliando tutti i presenti ed allarmando la cabina di pilotaggio
che cominciava ad adottare tutte le manovre standard di evasione. Il
colonnello Petersen, corse alla postazione delle contromisure ma due
nuovi missili S300 Triumph correvano verso il bersaglio; riuscì a
depistarne uno. L’ultimo gesto razionale del pilota fu di
trasmettere il segnale di emergenza, poi la spoletta di prossimità
del secondo missile fece deflagrare l’esplosivo della testata,
staccando di netto l’ala destra del Boeing che cominciò a cadere a
vite. Il colonnello Petersen, riuscì ad indossare il paracadute e a
lanciarsi dal portello di emergenza. Mentre vedeva l’apparecchio
precipitare in fiamme. pregò in cuor suo che qualcun altro riuscisse
a salvarsi ma nella nera notte non vide alcun paracadute aprirsi.
Da qualche parte vicino al fiume Taedong, Corea del nord:
il Colonnello Petersen, cominciò a pentirsi di essersi salvato… la
fitta boscaglia e l’umidità della notte gli davano la claustrofobia…
l’Aviazione degli Stati Uniti non addestra i suoi tecnici alla
sopravvivenza e tutto quello che sapeva lo doveva alle gite
domenicali sui monti Appalachi con la famiglia. Confidava che la
base avesse già predisposto una missione SAR ma non doveva adagiarsi
sul questa speranza. Suo dovere, in qualità di ufficiale degli Stati
Uniti era di non farsi catturare. Il segnale dell’aereo caduto era
sicuramente partito e qualcuno lo aveva ricevuto. C’era a stare
certi di questo: qualcuno sarebbe venuto a vedere cosa era successo.
Il suo segnale GPS personale era debitamente azionato… sarebbe stata
solo questione di tempo e … “Daeche i chwal-yeong eul jungji!!!!”
Coronado, California, Stati Uniti d’America, Team One Navy Seals
spec. Jungle Warfare:
Il Tenente Nicholson, comandante il settimo plotone del Team One dei
Navy Seals aveva riunito la squadra Delta per leggere l’ultimo
fonogramma dell’USSOCOM. “Ok ragazzi, è arrivata la green light…
abbiamo l’ordine di missione; ci infiltreremo dalle parti di Sokcho…
obiettivo è il recupero di BEARDOG, il codice radio del Colonnello
Petersen dell’USAF. Il suo segnale di recupero si è interrotto
approssimativamente alle coordinate che vi fornirò.
OBJ 1: INFILTRAZIONE
FRONTIERA DELLE DUE COREE. Con Jeep. Passaggio in punto obbligato,
tutta la frontiera lungo il 38° parallelo è un campo minato.
Coordinate M.D. EUROPA 1950: 33T0256571 – 4664630.
OBJ 2: RECUPERO SCATOLA NERA DEL SENTRY. Ci permetterà di acquisire
notizie sul sistema di puntamento dei nuovi SA300. Coordinate:
33T0256765 – 4664797.
WP1: 33T0257039 - 4664877
OBJ 3: DISTRUZIONE DELLA POSTAZIONE DI SA 300. Recupereremo il
manuale d’uso e progettazione del sistema missilistico, per scoprire
come mai i nostri sistemi di difesa elettronica non hanno
funzionato. Coordinate: 33T0256959 – 4664944.
OBJ 4: INCONTRO CON INFORMATORE. Fornirà notizie sul Colonnello e
sul luogo ove è custodito. Coordinate: 33T0257535 – 4664994.
WP2: 33T0257753 - 4664989
OBJ 6: LA GUARNIGIONE. Da evitare e comunque se ingaggiata, cercare
lo sganciamento a tutti i costi: l’elicottero non aspetta.
Coordinate: 33T0258035 – 4665175.
OBJ 7: ESFILTRAZIONE. Un UH60 Black Hawk in assetto COMBAT SAR
arriverà per l’esfiltrazione. Se arriviamo prima di lui, ci toccherà
presidiare e difendere la zona di esfiltrazione Coordinate:
33T0258284 – 4665438.
“ Le coordinate del campo ce le fornirà l’informatore, un infiltrato
della CIA. Occhio ai cecchini ed alle pattuglie nemiche per tutto il
percorso. Essendo la situazione molto tesa, non si esclude che i
nord coreani abbiano già introdotto snipers e pattuglie in
territorio amico… Quindi “semper parati”!!! Tutti gli obiettivi sono
pesantemente difesi ma la velocità di esecuzione è essenziale: max
15 minuti ad obiettivo… ogni ritardo potrà farci perdere
l’appuntamento con l’UH60. Inutile dire che Petersen deve arrivare
vivo all’esfiltrazione. Abbiamo max quattro ore, ragazzi. C’è un
americano in difficoltà, un colonnello dell’Aviazione degli Stati
Uniti presumibilmente caduto nelle mani del nemico e noi abbiamo il
dovere di salvarlo, avanti Team One, guadagniamoci la paga! La
missione è SALVARE BEARDOG!!!”
Commento:
Complimenti a tutti i
ragazzi, un altro bel 1° posto conquistato in un bel torneo
combat. 4 ore intense di gioco dove ha prevalso un ottima intesa di
gioco ed una coordinazione fondamentale e vincente su ogni OBJ, dove
ognuno ha dato il massimo senza mai indietreggiare. Obiettivi presi
in pochissimi minuti e strategia vincente grazie ad una perfetta e
silenziosa acquisizione dei bersagli con pochissime perdite. Insomma
tutto è filato liscio e nel migliore dei modi grazie al comando
esperto del gruppo di fuoco coordinato da Valerio "Kuio", dopo
un'attenta pianificazione con il sottoscritto capo-squadra,
l'apporto dell'imprevedibile "Spider" e dell' esperto "Neo", degli
instancabili e concentrati "Dumyo" e "Leonida".
Sono contento soprattutto per gli ultimi 2, che continuano ad
acquisire esperienza con sacrificio ed abnegazione, e non pensate
che queste 4 ore siano state una passeggiata, i dislivelli e le
salite affrontate sono state tante, i passaggi nel fango e
nell'acqua altrettanti per non parlare dell'umidità e del sudore
speso. Bravi Ragazzi
Vittorio "Flash"
9° Incursori, Forza ed Onore
Sempre.
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